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794 L1BU0 per Roma gli fece dapprima ravvisare in Cola un eroe che dovea rompere i ferri fra cui giaceva avviata, e richiamarla all’antico splendore; e perciò egli scrisse in quest’occasione quelle eloquenti e patetiche lettere, alcune delle quali si hanno alle stampe tra le sue opere, altre si conservano manoscritte nella real biblioteca di > Torino. Ma poscia ei riconobbe pur troppo che colui non era che un pazzo frenetico, e si vergognò delf errore in cui era caduto, credendolo destinato a ricondurre i tempi della romana repubblica. Nel novembre dello stesso anno 1347, partito da Avignone, sen venne a Genova, e quindi a Parma, e di là, al principio del 1348, a Verona, ove egli avea il suo figlio Giovanni sotto la direzione di Rinaldo da Villafranca; e di qua più probabilmente che non da Parma, come scrive f ab. de Sade (l. cit p. 433) , passò per la prima volta a Padova, e vi conobbe.Jacopo da Carrara, da cui e allora e poscia fu sommamente onorato. Era questo il Funestissimo anno delf universal pestilenza che menò strage sì luttuosa in tutta f Europa. Fra quelli che ne rimasero vittima , fu ancor Laura che morì a’ 5 di aprile, dopo aver fatto tre giorni innanzi il suo testamento pubblicato dalf ab. de Sade (Piéc. justific. p. 83), donna che, se crediamo al Petrarca, a una rara bellezza congiunse una più rara virtù , e che lungi dal fomentar la passione di cui egli per essa ardeva, cercava! col suo esempio di sollevarne l’amore a più nobile e più degno oggetto. Ciò che è certo si è, che si sono troppo ingannati coloro che facendone un assai diverso carattere