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TERZO 787 della corona; e inoltre diedegli l’onorevole titolo di suo cappellano , che gli fu poi confermato dalla regina Giovanna (Thomasin. Petrarch. rediv. p. 65). Egli ne lo avrebbe voluto ornare di sua mano in Napoli; ma, udite le ragioni per cui il Petrarca amava che ciò seguisse in Roma, approvolle, e destinò Giovanni Barili suo cortigiano, e valoroso poeta esso pure, ad assistere in suo nome alla solenne cerimonia. Ma questi postosi a tal fine in viaggio, caduto in un’imboscata tesagli da’ nemici , e a gran pena campatone, dovette tornarsene a Napoli. Frattanto giunto essendo a Roma il Petrarca , Orso conte di Anguillara, senator di Roma e amicissimo del Petrarca, destinò a questa sì straordinaria celebrità il giorno stesso di Pasqua, che in quell’anno cadeva negli otto di aprile. Io non mi tratterrò in descrivere le circostanze con cui il Petrarca fra gli applausi di tutto il popolo romano, e fra ’l corteggio di molti de’ più ragguardevoli signori di quella città, ricevette dalle mani di Orso nel Campidoglio la corona d’alloro. Se ne può vedere la descrizione presso tutti coloro che ne hanno scritta la Vita, e singolarmente presso l’abate de Sade (t. 2, p. 2, ec. not p. 1, ec.). Solo è ad avvertire che una più lunga relazione che, sotto il nome di Sennuccio del Bene, poeta contemporaneo al Petrarca, ne fu pubblicata l’an 1549, è certamente supposta, come fin d’allor riconobbe l’arcivescovo Beccadelli, e come di nuovo ha provato il suddetto ab. de Sade, il quale dopo altri, ha ancor pubblicate le lettere patenti in quella occasione date al Petrarca (Pieces