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TERZO 7^3 come di un perfettissimo amor platonico che altro oggetto non avesse che le virtù di Laura; altri ce ne ragionano come di amore , di cui il Petrarca non si occupasse che poetando (*). (*) L’opinione che puro fosse e virtuoso l’amor del Petrarca per la sua Laura, trovò seguaci anche mentr’ei vivea. Così raccogliamo da una opera inedita , di cui due copie scritte, per quanto sembra, prima della metà del xv secolo, una in pergamena , l’altra in carta, conservansi in Milano presso l’eruditissimo sig. abate D. Carlo de’ marchesi ’1 rivulzi , che di codici antichi e di ogni genere di bei monumenti, singolarmente de’ bassi secoli, ha fatta una ricca e sommamente pregevol raccolta. Essa è intitolata s Rosario odor di vita , ed è divisa in ottantaqnatlro capi, dall’undecimo de’ quali si scuopre che l’autore scrivea nel 1373, cioè un anno prima che il Petrarca morisse. Chi egli sia, è ignoto; ma il costume ch’egli ha di citare alcuni autori domenicani, nominando l’Ordine a cui appartennero, può darci una benchè tenue congettura per credere che dell’Ordine stesso fosse egli pure; e la purezza della lingua con cui egli scrive, benchè con poco esatta ortografia, potrebbe ancor persuaderci eli’ ei fosse toscano. Or nel capo ottaotadue, intitolato Luxuria, dopo aver mostrato quanto abbominevole sia questo vizio, entra a cercare se debbansi riprovare molti valenti uomini perchè furono amanti di qualche donna. E risponde che no, perciocchè l’amor loro suole aver fondamento nella virtù, e dopo averne recato qualche esempio, così continua: Ma pur Messer Francesco Petrarca, che è oggi vivo , hebe un amante spirituale appellata Laura , che sempre nomina in tutti soi Sonetti et Canzoni , che lì fa; et ha dicto elli, che lei è stato cagione de tutto l’honore, c/.*? ha ricevuto nel mondo. Or non sarei, die* elli, non sarei ingrato t j’io non manifestasse Lei, come la fatto a me, e non solamente in la vita, ma dopo morte? Però, poichè ella mori y gP è stato più fedele che mai, et ali data tanta fama, Tuuboscui, Voi. VI.

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