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TERZO 765 1 abbandonai, non perchè non piaccsscmi V autorità delle leggi, Solo è grandissima e piena di antichità romane. di cui mi diletto non poco; ma perchè V iniquità degli uomini ne ha guasto f uso, e io perciò non sofferiva di apprendere una scienza di cui io non volea fare un infame esercizio, e appena mi era possibile il farlo onesto; e quando pure V avessi voluto9 lamia onestà sarebbe stata creduta ignoranza. Quindi in età di ventidue anni feci ritorno a casa; che • con tal nome io chiamo P esilio mio d Avignone, ove avea passati gli ultimi anni della mia fanciullezza. Cosi parla il Petrarca de’ primi suoi studi. L’ab. de Sade (Meni, pour la vie de Petr. t. 1 , p. 19) avverte giustamente P errore del Tommasini, del Muratori, di Luigi Bandini e di altri, che affermano avere il Petrarca avuto a suo maestro in Pisa il monaco Barlaamo, cui egli non conobbe che molti anni dopo. Ma io penso ch’ei non sia stato più di essi felice nel dargli ivi a maestro Convennole, ossia Convenevole, da Prato, di cui poi dice che di nuovo lo istruì in Carprentras. Filippo Villani, che è il solo tra gli scrittori della Vita del Petrarca, che ci abbia conservato il nome di questo poeta , ci dice solo eh’ei gli (11 maestro non in Carpentras, ma in Avignone (Mehus* Vita Ambr. camald. p. 195); e nelle opere del Petrarca non trovo parola onde raccogliere che il fosse anche in Pisa, o in Carpentras. Ei riprende ancora non men giustamente (p. 37) l’errore di quelli che in Montpellier han dato per maestri al Petrarca Cino da Pistoja e Giovanni d" Andrea, e in Bologna Giovanni