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TERZO 747 il senso mistico al letterale. E che sa quanti pensieri hanno essi attribuiti a Dante, che a lui non erano mai passati pel capo! Ma checchessia del successo delle loro fatiche, l’ardore con cui le intrapresero, ci fa vedere quanto fosse in quel secolo la brama di venirsi istruendo, e in quanto pregio si avessero i buoni studj, o quelli almeno , che allor credeansi buoni. XII. Dal padre non debbonsi separare i figliuoli. Sei ne ebbe Dante, Pietro, Jacopo, Gabriello, Aligero, Eliseo e Beatrice; perciocchè quanto all’altro detto Francesco che alcuni gli aggiungono, il Pelli crede (§ 4)> e panni a ragione, che essi confondano un fratello di Dante, che così fu chiamato , con Jacopo di lui figliuolo. Questi e Pietro sono i soli tra’ figli di Dante, che a questa Storia appartengono; perciocchè amendue, oltre l’illustrar che fecero la paterna Commedia si esercitarono anche in versi , e alcune loro poesie si annoverano dal soprallodato Pelli e dal co. Mazzucchelli (Scritt. ital. t 1 , par. 1 , p. 4^3, 3()4)> presso i quali più altre notizie ancora di essi potran vedersi. Pietro fu inoltre versato assai nelle leggi , e coll’esercizio di queste scienze radunò in Verona, ove’erasi stabilito, molte ricchezze, e morì in Trevigi nel 1361, Ei fu amico del Petrarca di cui abbiamo alcuni versi a lui scritti (Carm. l. 3, ep. 7). Da essi l’ab. de Sade raccoglie che Pietro l’anno 1348 fosse già ritornato a Firenze (Mèra, pour la vie de Petr. t 2, p. 440 ec.). A me essi non sembrano abbastanza chiari, per affermarlo con sicurezza. E se pure ei vi fece