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\ y4o LIBRO prima guida ne’ suoi studj; che ben dovute sono le lodi di cui l’onora; ch’esse sono assai più pregevoli degli applausi del volgo; e che egli stesso con colui si congiunge a lodare quel poeta volgare nello stile , ma nobilissimo ne’ pensieri. Quindi si duole di ciò che spargeasi; ch’ei fosse invidioso del gran nome di cui quegli godeva; dice di’ ei non l’avea veduto che una volta sola essendo fanciullo, o a dir meglio , che una volta gli era stato mostrato a dito; che quegli avea vissuto con suo padre e con suo avolo, più vecchio del primo, più giovane del secondo; e che suo padre e quel poeta erano stati nel medesimo giorno espulsi dalla lor patria. Poscia confessa eh* ei non crasi guari curato di averne le poesie, non perchè non le avesse in gran pregio, ma perchè essendosi allor dato a verseggiar volgarmente, temeva di divenir copiatore, se avesse lette le altrui poesie, e avea risoluto di formarsi uno stile che fosse tutto suo proprio e originale. Siegue indi a replicare mille proteste ch’ei non ne è punto invidioso, che stima e apprezza moltissimo quel poeta , e gli spiace anzi il vederne i versi si sconciamente sfigurati da coloro che per le vie gli andavano canticchiando. Nel qual parlare però osserva l’ab. de Sade, che vedesi un non so che di sforzato, per cui quanto più il Petrarca si studia di persuaderci eh’ei non era punto invidioso , anzi che toglierlo, ci accresce il sospetto ch’ei veramente il fosse alquanto; e da ciò ne ricava il medesimo autore, che non è punto probabile che il Petrarca si facesse a scrivere comenti su