Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/224

728 LIBRO scrisse, dicendo che essendo in guerra i Veneziani con Guido, questi il mandò ad essi ambasciadore per ottenere la pace; che Dante avendo perciò più volte richiesta pubblica udienza , questa per l’odio, di che i Veneziani ardevano contro di Guido, gli Fu sempre negata; di che egli dolente e afflitto tornossene a Ravenna e in poco tempo vi morì l’an 1321. In somigliante maniera raccontano il Fatto anche Filippo Villani e Domenico di Bandino d’Arezzo (ap). Mehus, /. dtp. 167, 170), e si accenna ancora da Giovanni Villani, il quale così narra la morte di Dante: Nel detto anno 1321 del mese di Settembre il dì di Santa Croce morì il grande e valente Poeta Dante d Ili ghie ri di Firenze nella Città di Ravenna in Romagna essendo tornato d ambasceria da Fine gì a in senugio de Signori da Polenta; con cui dimorava (l. 9 , c. i33). VID Queste parole del Villani ci danno l’epoca certa della morte di Dante, conFermata con altre pruove dal sig. Pelli (Nuova Racc. d’Opusc. t 17), il (quale poscia ragiona dell’onorevol sepolcro che Guido da Polenta volea innalzargli , ma che, non avendolo egli potuto per la morte da cui non molto dopo Fu preso, gli Fu poscia eretto l’anno 1483 da Bernardo Bembo protettor di Ravenna per la Repubblica di Venezia, e restaurato nel 1692 dal Cardinal Domenico Maria Corsi legato di Romagna; intorno al qual monumento degna è d’essere letta una erudita dissertazione del co. Ippolito Gamba Ghiselli contro un supposto M. Lovillet, il quale avea preteso di togliere a Ravenna la gloria di