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TERZO ,719 d’agosto del 13oo (Mcm. di Danto, § 10). Questo onorevole impiego fu fatale a Dante, perciocchè essendosi allor progettato di mandare a Firenze Carlo di Valois conte d1 Angiò per acchetare le domestiche turbolenze onde quella città ere agitata e sconvolta # Dante , essendo allora priore, opinò che tal venuta fosse per riuscir funesta alla patria , e dovesse perciò impedirsi Ma essendo riuscito a’ partigiani di Carlo di condurlo a Firenze, il partito de’ Bianchi fu da lui cacciato fuor di città; e Dante, che allora era ambasciadore a Bonifacio VIII, con più altri, a’ 27 di gennajo del 1302 fa condennato a una multa di 8000 lire # e a due anni d’esilio, e, quando ei non pagasse la somma imposta, si ordinò che ne fossero sequestrati i beni, come in fatti avvenne; di che veggasi una più stesa narrazione confermata da autentici monumenti presso il lodato moderno scrittore della Vita di Dante (ib.). Ei fa ancora menzione di un’altra sentenza fulminata contro Dante a’ 10 di marzo dello stesso anno, e ne parla come di semplice conferma della prima sentenza. Ma ella, a dir vero, fu assai più severa; poichè in essa Dante, e più altri, se per lor mala sorte cadessero nelle mani del Comun di Firenze, furon condennati ad essere arsi vivi. Di quella circostanza e di questo monumento , sconosciuto finora ad ogni altro scrittore della Vita di Dante, io son debitore alla singolar gentilezza dell’eruditissimo co-. Lodovico Savioli senator bolognese che avendolo scoperto nell’archivio della comunità di Firenze, l’an 1772 , ne fece trarre autentica copia, e