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708 LIBRO satollare F erudita sua curiosità. E nondimeno, benchè io mi stringa a’ que’ soli che degni sono di più distinta menzione, è sì ampia la materia di questo capo, che ni un altro forse ce ne ha offerto altrettanto. II. Io comincio da un poeta che, con unione a quella età più che in altre frequente a vedersi, fu insiem poeta e fu santo; dico il beato Jacopone da Todi, di cui però sarebbe stato più opportuno luogo a trattare il tomo precedente, poichè assai pochi anni ei toccò del secolo di cui scriviamo. Di lui, olire il Cresci rnboni (Comm. della Poes. t. 2, par. 2, p. 6 j) ed il Quadrio (Stor, della Poes. t. 2, p. 72), ha lungamente e prima di essi parlato il padre Wadingo (Ann. Min. t. 5 ad an. 1298, n. 24, ec.; ad an. i3o(3, n. 8). Io lascio che ognun legga presso questo scrittore ciò che spetta alle virtù cristiane e a’ doni celesti di cui fu adorno. Egli era nato in Todi della famiglia de’ Benedetti, che ora, come afferma il Wadingo, volgarmente dicesi de’ Benedettoni!, ed eragli stato posto il nome di Jacopo che poi dal volgo gli fu per disprezzo cambiato in quello di Jacopone, quando egli mosso da uno spirito straordinario di santità affettava di farsi credere pazzo. Dopo aver esercitata per più anni la giurisprudenza , ed aver menata una vita mondana e libera, convertitosi a Dio, all’occasione del morirgli che fece la moglie donna di santa vita, abbandonata ogni cosa, si arrolò al Terz1 Ordine di S. Francesco, e dieci anni appresso, cioè nel 1278, si rendette claustrale nel medesimo Ordine. Ivi a perfezionarne la santità, si aggiunse