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1.1DBU Capo II. Poesia i/al Lina. I. L’applauso con cui nei secolo precedente erano state soggette le Rime de’ poeti italiani, e i nuovi vezzi che da essi si erano aggiunti al natio loro linguaggio, sollevata aveauo la poesia a sì alto grado d’onore, che appena sembrava possibile acquistarsi faina d’uom dotto, se ad essa ancora non si volgea il pensiero e lo studio. Basta dar un1 occhiata alle notizie de1 poeti di questi tempi, che ci ban date il Crescinibcni e il Quadrio, che noi tosto incontriamo il nome di teologi , di legisti , di medici , di guerrieri, i quali non si sdegnarono di poetare, e le cui rime ancor si leggono o ossia il Compendio di essa datoci dall’ab. Millot, è poi uscito alla luce, e ne abbiamo parlato più volte nelle giunte a’ due precedenti volumi. Qui aggiugnerò solamente che intorno agli autori delle Vite de’ Poeti provenzali noi avevam diritto di lusingarci che lo scrittor di quest opera meglio c’istruisse. Ei dice (Prrf\p. 77) che Ugo di S. Ciro, detto da altri di S. Cesario, e Michel dalla Torre sono i soli di cui conoscasi il nome. Ma abbiam veduto che il Nostradamus ne nomina alcuni altri. Aggiugne che probabilmente la maggior parte di quelle Vite sono opera loro: e che quelle del Nostradamus, paragonate con quelle da essi scritte, non son che favole. Ma il dire che sono probabilmente opera loro, non basta a provare ch’essi ne sieno veramente gli autori, e intorno a ciò pareva che ci si dovessero dare più esatte notizie.