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TERZO 7o5 Inoltre a’ tempi del detto re Idelfonso II non erano ancora nè sì frequenti nè sì pregiati i poeti provenzali, che si possa creder probabile che ei pensasse a raccogliere le lor canzoni. Per altra parte le Vite de’ Poeti provenzali , che si contengon ne’ codici della biblioteca del re di Francia, della Vaticana e della Estense, sono come altrove abbiamo osservato, diverse assai e assai men favolose di quelle del Nostradamus. E io perciò sempre più mi confermo nel mio sospetto, che gli autori dal Nostradamus citati non abbian mai avuta esistenza fuorchè nella fantasia di questo storico romanziere 5 e che egli al più abbia vedute quelle di alcun de’ codici sopracitati, e le abbia poi ornate , o a meglio dire imbrattate e guaste a capriccio. Io mi stupisco che l’ab. de Sade scopritor sì minuto de’ falli degli scrittori italiani non abbia, parlando di queste Vite, sospettato punto d’impostura in questo scrittor francese (Mém. pour la vie de Petr. t. 2 , nota p. 68, ec.). Egli ci rimette alla Storia de’ Poeti provenzali, che dovea pubblicar fra non molto M. de la Curne de Sainte Palaye. Io non so che quest’opera sia ancora uscita a luce: e se un giorno uscirà , mi gioverò ben volentieri delle fatiche di questo dotto scrittore, per illustrare un punto così interessante non solo per la francese, ma anche per l’italiana letteratura, e su cui la mancanza de’ monumenti, a me non ha permesso di spargere quella luce che avrei bramato (*). (*) L’opera di M. de la Curne de Sainte Palaye,