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700 Liimo E noi perciò lasciando di cercarne più oltre , direm sol brevemente di quel Niccolò di Giovanni da Casole bolognese di patria , ma che vivea, come sembra, nella corte de’ marchesi di Ferrara. Questa biblioteca Estense conserva manoscritto in due grossi tomi un poema in lingua francese da lui composto l’anno 1358, o, come ei dice, tradotto in versi dalla Cronaca antica di Tommaso d’Aquileja. Esso è intitolato latinamente: Attila Flagellum Dei, e in esso all’occasione di raccontare le guerre da quel re fatte in Italia , descrive le magnanime imprese de’ signori Estensi che, secondo lui , fin d’allora fiorivano gloriosamente. Del qual poeta si è poscia fatto un breve compendio storico, pubblicato in Ferrara l’anno 1568. Ma questa nobilissima famiglia, come ben riflette il Muratori (Antich. estens. t 1, pref. p. 19), ha troppo chiari e incontrastabili documenti di una rimotissima antichità, per non doversene cercar le pruove ne’ romanzeschi racconti che questo poeta ci mette innanzi (<a). (a) A ssai più giusto diritto ad aver luogo tra gli scrittori di poesia francese ha Tommaso III, marchese di Saluzzo, che comincio a reggere quello Stato vivente ancora il suo padre Federigo II, circa il 1391, e finì di vivere a’ 18 d’aprile del 1418, dopo aver avuta gran parte ne’ pubblici affari dell’Italia e della Lombardia singolarmente. Il ch. sig. Vincenzo Malacarne, da me più volte lodato per molti bei documenti alla mia Storia opportuni da lui gentilmente comunicatimi, mi ha mandata una lunga ed esattissima descrizione di una voluminosa opera ms. da questo marchese composta. Essa è divisa in 310 articoli, parte in prosa, pai le in verso francese , e il codice è composto di 2G9 pagine,