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TERZO 697 qualche tempo PItalia, che giovò egli pure a far conoscere e coltivar la sua lingua , dico Demetrio, detto da altri Cidonio, da altri tessalonicese, da altri Costantinopolitano, di che veggasi il Fabricio (Bibl graec. vol 10, p. 385). Che ei venisse in Italia e soggiornasse qualche tempo in Milano nel corso di questo secolo , attendendovi allo studio della lingua latina e della teologia, si a (Terni a dal Volterrano (Comment. urbana. l. 15). Ma più certa pruova ne abbiamo non solo in varie opere da lui tradotte da latino in greco, che si annoverano dallo stesso Fabricio, ma ancora dalla traduzione e sposizione che in lingua greca ei fece della Liturgia Ambrosiana, la quale, con erudite note illustrata e tradotta in italiano dal ch. P. D. Angelo Maria Fumagalli abate Cisterciense, è stata pubblicata in Milano l’an 1757. Coluccio Salutato in varie sue lettere inedite , delle quali alcuni passi ha pubblicati l’ab. Mehus (Vita Ambr. camald. p. 356, ec.), parla con somme lodi di questo Greco, di cui esalta l’eloquenza e il sapere, e accenna che essendo egli venuto dalla Grecia a Venezia insieme con Manuello Crisolora, Roberto Rossi fiorentino, di cui parleremo tra’ poeti latini del secol seguente, erasi colà recato per apprenderne la lingua greca. Quando ciò accadesse, non è facile a diffinire, poichè ciò non dovett’essere allor quando il Crisolora fu da’ Fiorentini chiamato l’an 1396 alla cattedra di lingua greca nella loro università, perciocchè in tal caso un Fiorentino non sarebbesi recato a Venezia per darglisi a discepolo. Egli è dunque probabile che fosse questo