Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/184

688 LIBRO Deor. l 15, c. 6). Ma pruova ancora più certa ne sono le opere da lui composte, delle quali veggasi l’esatto catalogo presso il ch. Mazzucchelli e presso il Fabricio (Bibl.gr. t. 10, p. 427 ec.)Alcune di esse son teologiche, quali in difesa degli errori dei Greci, quali a loro confutazione, secondo i diversi tempi in cui le scrisse, come si è osservato; la qual diversità di opinioni ha indotto alcuni a pensare, ma contro ogni ragione, che si dovessero ammettere due Barlaaini (a). Altre ancora ve ne ha sulle contese eh1 egli ebbe con Gregorio Palama. Ma Barlaamo non era solo teologo: sei libri abbiamo ancor d’aritmetica da lui composti, e dati poscia alle stampe, oltre una dimostrazione aritmetica di alcune proposizioni di Euclide, che dal conte Mazzucchelli si omette, e dal Fabricio si annovera in altro luogo (ib. t. 5, p. 18); inoltre due libri di Filosofia Morale secondo gli Stoici, pubblicati da Arrigo Canisio (Thes. Lection. antiq. t. 4 ed. Antuerp.); alcune orazioni e alcune lettere; oltre qualche libro che o senza pruova, o contro ragione gli si attribuisce, di che si veggano i mentovati scrittori. Di lui ha parlato a lungo anche l’Oudin (De Script, eccl. t 3, p. 814; ec.) e il ch. monsignor Gradenigo (o) Anche il sig Matteo Barbieri afferma che due furono i Barlaaini, amendue di Seminara (Notizie d?y Matem. e Filos. ruzpol. p.). Di questa sua opinione ei non adduce pruova di sorte alcuna; nè io posso perciò sapere a qual fondamento sia appoggiata. Certo io non veggo alcuna necessità di farne due personaggi, quando non vi siano documenti che apertamente li distinguano.