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TERZO 97Q di Bosone Rafaelli da Gubbio, di cui ragioneremo fra’ poeti italiani. Il sig. Francesco Maria Rafaelli, della famiglia medesima di Bosone, ha pubblicato un sonetto di Dante al detto Bosone (Vita di Bos. p. 118), in cui quegli con lui si rallegra che il figliuolo di lui velocemente s avvaccia nello stil greco e Francesco. Nel qual sonetto però quel verso: Gavazzi pur el primo Rafaelloy che da monsignor Gradenigo è stato inteso (l. dtp. 113) come se Gavazzi fosse il nome proprio di Bosone, a me pare che in diverso senso si debba intendere, e che gavazzi sia ivi verbo che italianamente dicesi per rallegrarsi, sicchè Dante voglia dire che Bosone può ben rallegrarsi per un tal figlio. Vivea al tempo medesimo il B. Angiolo da Cingoli, francescano, e fondatore della Riforma detta de’ Clareni, di cui abbiamo le traduzioni, di greco in latino, di alcuni opuscoli di S. Giovanni Grisostomo, di Giovanni Climaco e di S. Maccario, riprese, è vero, da Ambrogio camaldolese, come intralciate ed oscure, ma pur degne di lode riguardo a’ tempi in cui furon fatte. Intorno a lui e a queste due traduzioni veggasi il sopraccitato monsignor Gradenigo (p. 121). Questo scrittor medesimo annovera tra’ grecisti di questo secolo, sull’autorità dell’Arisi, cinque Cremonesi (p. 125,ec.), Valentino Emarsono, Dionigi Plasonio, Rinaldo Persichelli, Tommaso di Zaccaria e Ortensio Panerinio. Ma poichè l’Arisi o non ci arreca, a conferma della sua opinione, pruova alcuna, o sol qualche iscrizion sepolcrale troppo moderna, ei ci permetterà che per ora sospendiam di parlarne. Così pure non sembranmi abbastanza