Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/164

G68 LIBRO trasportarvi ancora la figlia, il che avvenne, come afferma l’abate le Beuf, scrittore egli pur di un Compendio della Vita di Cristina (Diss. sur l’Hist de Paris t, 3, p. 90), nel 1368. Cristina giovinetta di quattordici anni fu ivi data a marito a Stefano du Castel nobile e savio giovane di Piccardia, il quale ebbe tosto la carica di notaio e segretario del re Carlo V. Ma poichè questo re. gran protettore e benefattore di Tommaso, fu morto, questi ancora, ormai poco curato , morì fra non molto; e quindi a pochi anni anche il marito di Cristina finì di vivere, lasciando la giovane vedova in età di venticinque anni carica di tre figli, e priva di quegli ajuti che dal padre e dal marito avea finallor ricevuti. Ella si vide allora avvolta in molestissime liti, per cui le convenne aggirarsi spesso da un tribunale all1 altro, senza mai ottenere quelle provvide disposizioni che le parevan dovute. Annojata per ultimo di sì penose sollecitudini, cercò un dolce e onorato sollievo nello studio delle belle lettere, e vi fece tali progressi, che pochi uomini allora vi avea , che le si potessero paragonare. Udiamo da lei medesima qual metodo nei suoi studj seguisse, e quanto in essi coraggiosamente s’inoltrasse , Ains, dice ella in una sua opera citata da M. Boivin, me pris aux histoires anciennes des commencemens du monde; les histoires des Ebrieux, des Assiriens, et de principes de signouries procedant de l’une en l’autre, dessendant aux Romains, des François, des Bretons, et autres plusieurs Historiographes; après aux deductions des Sciences, selon ce que en l’espace du temps que y