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SECOSDO 5lJ) rischiarando, come fia meglio possibile, ciò che abbisogni di essere posto in miglior lume. II. Abbiamo già fatta, benchè sol di passaggio, menzione nel tomo precedente (l. 2,c. 4> n. 30), di Guido da Baiso, e abbiam veduto che l’an 1276 egli era professor de’ Canoni in Reggio. Ei credesi natio di questa città; ma è probabile ch’ei venisse da Baiso, terra di quella diocesi. In un monumento, citato dal p Sarti De Deprofess. Bonon. t. 1, pars 1, p. 403), egli è detto Guido quondam D. Ugonis Abaixii Il Panciroli afferma (De cl Legum Interpr. l. 3, c. 16) ch’egli era professore parimente de’ Canoni in Bologna, circa l’anno 1280. Ma l’eruditissimo Dott Monti mi aveva avvertito che di lui trovasi memoria all’anno 1283, come di professor venturiere, cioè che leggeva senza determinato stipendio, nel quale impiego egli avea a suo compagno Jacopo suo fratello, e che in una carta del 1286 egli è detto canonico di Reggio. Ed egli ottenne in quell’esercizio tal nome, che l’anno 1296 (Sarti, l. ciL pars 2, p. 44) fu eletto arcidiacono della chiesa di Bologna, e quindi l’anno 1298 provveduto ancora di un canonicato, come si trae dal monumento accennato poc’anzi dal p Sarti. La sua dignità però nol distolse dal continuare l’interpretazione de’ Canoni; perciocchè, come si ha nelle pubbliche Riformagioni citate dal Ghirardacci (Stor. di Bol t. 1, p. 433), l’an 1301 l’università porse supplica al senato, perchè a Guido assegnasse lo stipendio di 150 lire per la lettura ordinaria del Decreto; il che però dal ch. dottor Monti si differisce