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64* LIBRO la laurea , ma sì che ei l’ebbe per la Storia che aveane scritta, perciocchè poco appresso ei chiaramente ci dice che Arrigo era morto: Ut mihi te facilem , sineret dum vita, dedisti, Sic haeres famae s.t liber ille tuae. Per altra parte, quand’egli scriveva la Storia delle cose accadute dopo la morte di Arrigoy avea già ricevuta la laurea; perciocchè al principio del libro X, da lui scritto in versi, ne fa menzione dicendo: Si non petitis deponere frondem Laurinaui , cc. quali circostanze tutte, e l’accennar ch’ei fa gli onori ricevuti in occasion del suo ritorno, mi persuadono che in quest’anno appunto ciò avvenisse. Abbiamo ancora la lettera in versi, eli’ egli scrisse al collegio degli artisti ossia a’ professori dell’arti liberali di Padova , ringraziandoli di sì grande onor conferitogli (ep. 1), e un’altra ch’egli scrisse a Giovanni gramatico in Venezia , dandogliene ragguaglio (ep. 4) > dalle quali raccogliesi che questa solenne cerimonia fu fatta a lieto suono di trombe, e alla presenza di tutta l’università e d’immensa folla di popolo; che l’università ne registrò memoria ne’ fasti j che il senato ordinò che ogni anno in avvenire nel dì di Natale si dovesse recare il corpo dell’università alla casa di Albertino con alcuni presenti , e che ogni anno parimente si dovesse!* leggere pubblicamente le opere da lui composte, onore tanto più pregevole, quanto più raro e disusato a questi tempi.