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63o unno travagliata; le altre due a Moggio da Parma, colla risposta di questo al Ravegnani (ib. ep. 8, 9, 10, 11), di cui egli pure favella con somme lodi. Quando il Petrarca fé1 ritorno a Venezia, fanno i3(i3, non ebbe più gradevole compagnia di quella di Benintendi. Del che scrivendo egli allora al Boccaccio (Senil. l. 3, ep. 1), io qui godo, gli dice, dell’ottima compagnia, e di cui non so se altra migliore se ne possa bramare, di Benintendi cancelliere di questa città, il quale, mostrandosi veramente degno di un tal nome, attende insieme alla pubblica felicità, alle amicizie private, agli onesti studj. Tu stesso hai di fresco provato quanto piacevoli sieno le conversazioni t fi’ ci tiene con noi, quando stanco dalle cu tv di l giorno sen viene a noi lietamente sul tramontar del sole, e colla sua gondola ci conduce intorno a sollievo; e quanto pieno egli sia di sincerità e d’ingegno, Delle lettere e di qualche altro opuscolo di Benintendi, veggasi il sopraccitato P. degli Agostini. Io debbo qui sol rammentare la Cronaca veneta latina ch’egli scrisse, di cui conservansi alcuni codici mss. rammentati dal suddetto scrittore e dal Foscalini (l. dtp. i3a). Essa però non si stende oltre i tempi del Santo doge Orseolo, o perchè l’autore, rapito da morte, non la conducesse a fine, o perchè ne sia perito il rimanente; e questa è forse la ragione per cui essa non è mai stata data alle stampe. XAI11. Successore di Benintendi nella carica di gran cancelliere fu Raffaello, o, come altri scrivono, Raffaino Caresini il quale, secondo che narra il Sanudo (Script Rcr. itai voi 22,