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secondo Ga5 Crònaca del Dandolo. Egli lo scrisse mentre questi ancora vivea ed era doge; onde potrebb’esser sospetto di adulazione. Raffaello Caresino, che continuonne la Cronaca, afferma che ei fu uomo dotato di singolar gravità di costumi e d’ogni virtù, fornito di maravigliosa eloquenza, peritissimo nelle scienze divine e umane, e amantissimo della giustizia e della Repubblica (Script. rer. ital. vol. 12, p. 4f7)* I Cortusj ne lodano singolarmente la scienza legale (ib. p. 909). Finalmente il già citato Marino Sanudo dice eli’ ei Ju uomo facondo, letterato , e amantissimo della Repubblica (ib. vol. 22, p. 609). XXI. A lui deesi, come pruova il ch. Foscarini (Letterat. venez.p. 17), il sesto libro dello Statuto veneto. Ma gloria maggiore assai egli ottenne colla sua Cronaca veneta scritta latinamente, e pubblicata prima d’ogni altro dal Muratori , in cui comprese la Storia di quella Repubblica da’ primi anni dell’era cristiana fino al 1342. In qual pregio ella debba aversi, io nol dirò che colle parole del mentovato Foscarini; perciocchè in lode di un eruditissimo doge, qual fu il Dandolo, miglior testimonio non si può a mio parere arrecare, che di uno il quale nella dignità gli fu uguale, e nel sapere e nella erudizione superiore di molto. Egli dunque, dopo aver parlato de’ più antichi storici veneziani, così continua (ib. p. 124): Avendo ogni età parecchi di cotesti compilatori, lecito era, traendone da ciascuno la parte sana, vale a dire: le notizie contemporanee, o vicine a loro} f ormarne un ragionevole corpo di Storie, siccome t