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SEcormo Gii maniera con cui i Fiorentini stabiliron la pace co’ Pisani e co’ Lucchesi. Nell’anno medesimo ei fu uffiziale della moneta, e a lui dovettesi in parte un esatto registro, che ancor si conserva in Firenze, delle monete a suo tempo e prima ancora battute (Marini Lcit.)) e quattro anni appresso fu di nuovo nel numero de’ priori, e soprastette alla fabbrica delle mura (Elogi d’ill Tosc. l. ciL) , nella quale occasione accusato più anni dopo d’infedeltà, fu riconosciuto e dichiarato innocente. V anno i3a3 egli era nelf esercito de’ Fiorentini contro Castruccio signor di Lucca, e narra il poco felice successo ch’ebbero le armi della sua patria (l. 9, c. 213). Abbiamo altrove parlato (sup. c. 1 > delle lettere che passaron fra lui e f Dionigi da Borgo S. Sepolcro, e il predirgli, che questi fece, la morte di Castruccio avvenuta nel 1328, nel qual anno pure ei fu destinato a provvedere alla carestia, ond’era travagliata Firenze , e narra in qual modo felicemente ne sollevò i poveri cittadini (l. 10, c. 121). L’anno seguente ei fu adoperato in un trattato di pace co’ Lucchesi , che però non ebbe felice effetto (ib. c. 171). Quando i Fiorentini l’anno 1332 fondarono la terra di Firenzuola sul fiume Santerno, ei fu autore che si desse ad essa un tal nome, ed ha inserito nella sua Storia il discorso che perciò egli tenne (ib. c. 201). Finalmente ei fu ostaggio di Mastin della Scala, con più altri Fiorentini, in Ferrara l’anno 1341 (i J i> c. 129), per due mesi e mezzo, e narra egli stesso (ib. c. 134) quanto amorevolmente fosse ivi trattato dal marchese Obizzo signor di quella città. Il