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PRIMO Gl è venuto a trattare amichevolmente col nostro Augusto, e mi ha veduto. Due volte egli è venuto nella mia biblioteca. La frequenza delle visite, la moltitudine degli affari, la lunghezza della strada non han potuto trattenerlo, Io stava già in un angolo estremo della città; ora me ne sto fuori di essa in luogo solitario e assai ritirato. Questo grand’uomo è entrato nella mia picciola casa, come già Pompeo in quella di l filosofo Possidonio, co’ fasci abbassati, col capo scoperto e chinandosi per rispetto. Che farebbe di più un ab italo r del Pari lasso, che entrasse nel santuario (FApolline e delle Muse? Questa umiltà generosa fece raccapricciare per maraviglia e me e alcuni ragguardevoli personaggi che V avean seguito, e quasi ci trasse le lagrime dagli occhi; tale era le maestà del suo aspetto, la dolcezza delle sue maniere? la gravità de’ suoi discorsi preceduta da un silenzio che diceva assai. La conversazione si volse su varj argomenti: molto si parlò di te: esaminò l’un dopo r altro i miei libri con compiacenza; si trattenne gran tempo? e partì con dispiacere e quasi suo malgrado. Egli ha onorata la mia cosa per tal maniera, che non solamente i Romani e i Fiorentini, ma chiunque amerà la vertà, passando di qua verrà ad adorarla. Che debbo io dire? La sua presenza e lo splendore della sua fronte hanno sparsa in questa regia città la pace e la gioia; caro a’ signori, al popolo , e a me sopra tutti, ha posto il colmo a quell antica benevolenza che mi ha sempre mostrata, ciò che è più raro e straordinario, la sua presenza ha accresciuta anzi che