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PRIMO $7 così dice: Tu eri per naturale inclinazione portato a una varia lettura e a moltiplice studio. La Fortuna che, come siam soliti a dire, ha grande impero nel mondo, ti ha gittato in un mar procelloso di sollecitudini e di travagli. Ma ella ti ha ben potuto rapire il tempo di leggere, non già la brama d’apprendere , sicchè sempre non prendessi piacere dalla conversazione e dall’amicizia d! uomini dotti, e ne’! giorni medesimi di occupazioni maggiori, non procurassi di occupare, quando fosse possibile, qualche ora a renderti sempre più istruito; nel che ti ho veduto io stesso in vece di libri usar della memoria, in cui non cedi ad alcuno. L’altro monumento è una lettera dello stesso Petrarca a Moggio parmigiano maestro di Giberto e di Luigi da Correggio figliuoli di Azzo, che da un codice della Laurenziana è stata da!a alla luce tradotta in francese dall’ab. de Sade (ib. p. 623), e ch’io recherò qui in italiano, perchè sembrami il più bell’elogio che possa farsi di un uomo. Non vi era, dic’egli, chi fosse da lui amato al par di me: diceva ch’io era il solo che non gli avessi mai data occasione di noia o di dispiacere con alcun mio detto, o con alcuna mia azione; che avea bensì avuta qualche leggiera contesa domestica colla sua moglie, donna per altro divina, e coi suoi figli, benchè sì dolci e ubbidienti; ma meco non aveva avuta giammai la menoma ombra di scontentezza. Qualunque volta io andavagli innanzi, ben conosceva io che la sua amicizia per me andava sempre crescendo. Prendeva parte in tutto ciò che accadevami o di bene, o di