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pRino 55 c con somma impazienza aspettano il mio ritorno. Egli fe’ copia di se medesimo or agli uni, or agli altri, e colla sua famigliare conversazione accese in essi stima sempre maggiore de’ buoni studj, e sempre maggior desiderio di onorarne gl’ingegnosi coltivatori. Quindi è che appena troviamo in questo secolo alcun principe italiano; di cui non leggasi qualche pruova di favor prestato alle lettere. Nè solo quelli che aveano ampio dominio, come furon coloro dei quali abbiam finora parlato, ma quelli ancora che l’ebbero o più ristretto, o men fermo, in quello però che appartiene ad aver in pregio le scienze, sembravano non voler esser da meno de’ più potenti signori. XIV. E uno tra essi ne ebbe, a cui forse nella stima e nell1 amor pel Petrarca niun altro si potè uguagliare, cioè Azzo da Correggio. Questi inviato dagli Scaligeri ad Avignone l’an 1335 per ottener dal pontefice la conferma della signoria di Parma da essi occupata, e di cui avean confidato il governo allo stesso Azzo, conobbe ivi il Petrarca, e tra amendue si strinse una tenera e sincera amicizia; la quale fili d1 allora fu sì efficace, che il Petrarca che avea sempre sfuggito e avuto in orrore l’impiego di avvocato, per Azzo nondimeno non isdegnò di perorare innanzi al pontefice, e ottenne quant’ei bramava (ib. t. 1 , p. 273). Io non mi tratterrò a riferire le diverse vicende della vita di Azzo (a), la signoria di Parma da lui XIV. T« nera ani/* n*Ì4 p stima «l«*l Prtruri * |i«*r A zzo i1.< Coi r< ggio. (a) Le vicende di A77.0 da Correggo, e tutto ciò che appartiene alla tenera amicizia che passò tra Ini e