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46 L1DRO Favore a<- ^ principi Estensi signori di Ferrara aveano »ord..to ^aiie fin dal secolo precedente cominciato a mostrarsi bES.*8’’ splendidi e magnifici mecenati dell’italiana letteratura, e la lor corte, come già abbiamo osservato, era luminoso teatro a cui accorrevano da ogni parte gli uomini di talento, e singolarmente i poeti. E benchè le domestiche turbolenze e le esterne guerre continue, da cui furono essi in questo secolo travagliati, gli costrignessero a rivolgere altrove i loro pensieri, non lasciaron però ancora di seguire in ciò P esempio de’ loro predecessori. Alla lor corte fiorì quel Niccolò Casola poeta provenzale e autore del poema della Guerra di Attila, di cui altrove diremo. Il march. Alberto nel 1391 fondò P università di Ferrara, come si vedrà nel capo seguente. Ma di niuno de’ principi Estensi di questo secolo è rimasta sì gloriosa memoria, come di Niccolò II e di Ugo di lui fratello; perciocchè il Petrarca, che aveane sperimentata in se stesso la bontà e la cortesia, volle lasciarne a’ posteri durevole monumento. L’anno 1360 era egli partito da Padova per recarsi a Roma, ove il pontefice Urbano V desiderava vederlo; ma giunto a Ferrara, fu preso da sfinimento tale di forze, che per più ore fu tenuto per morto, e se ne sparse in ogni parte la fama (Senil. l. 11, ep. 16). Il march. Niccolò volle in tal occasione ch’ei se ne stesse nella sua corte; e non vi ebbe contrassegno di amore e (di stima, che così egli, come Ugo di lui fratello non gli dessero a gara. Udiamola dalla lettera che il Petrarca scrisse al march. Niccolò, quando udì la morte del marchese Ugo, che