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PRIMO 43 e che fosse in istato di giudicare delle opere d ingegno. Pieno di virtù e di gloria si distingueva singolarmente per una sua dolcezza particolar di costume. Egli era padre del popolo, anzichè signore e padrone, Io gli era debitore di ogni cosa, a lui avea interamente abbandonato me stesso, in lui fondate tutte le mie speranze. Leggasi inoltre quella che fu da lui scritta su questo argomento a Giovanni d’Arezzo (Variar. ep. 12), e si vedrà quanto altamente ei fosse penetrato da cotal perdita. Egli il chiamava uomo ottimo e suo grande benefattore, signore, o piuttosto padre di Padova sua patria, uomo a cui niuna cosa mancò fra quelle che son degne di lode, e cui gli stessi malvagi non avean coraggio di biasimare; e tale in somma, di cui non avrebbe mai potuto formare un giusto e proporzionato elogio. IX. Francesco detto il vecchio, fieliuol di „ IX_. t • • cosi puro Jacopo, che prima con Jacopino suo zio, po- Franose.* ii scia da sè solo ebbe la signoria di Padova finoc ‘ al 1388, superò ancora la fama del padre nella protezione accordata alle lettere e a’ loro coltivatori. Aveale coltivate egli stesso, quando a lui debbansi attribuire quindici capitoli in terza rima sulle vicende della sua vita, che dall’abate Lami sono stati dati alla luce (Delic. erudit, t. 16). Ma, come ha avvertito l’ab. Zaccaria (Stor. letter. d’ital. t. 10, p. 346), ciò non è certo abbastanza, e lo stesso codice della Riccardiana, onde essi son tratti, ci tien dubbiosi se veramente ne fosse egli l’autore (*), (*) È assai verisimile che le poesie qui mentovale