Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/69

3a LIBRO dicembre del i333 per consolarli ne’ gravissimi danni che una spaventosa inondazione avea loro recati. Ella sembra cosa di sacro oratore più che di principe; così è tutta tessuta di sentimenti di religione, e di passi della Scrittura e dei SS. Padri. Roberto la scrisse in lingua latina. Ma Giovanni Villani recolla nella volgare, e la inserì nella sua Storia (l. 11, c. 3) (a), v V. Ma noi dobbiam qui cercare principalProterione , -i p 1 ■ • I* » _!• * * da ini acmr* mente il lavore di cui egli onoro gli uomnn te™.*11*Iel dotti del suo secolo. Ciò che ne abbiam detto finora, basterebbe a mostrarcelo uno de’ più splendidi protettori che avesser le lettere. Noi vedremo oltre ciò nel decorso di questo tomo quasi tutti coloro che pe’ loro studi godeano (a) Pare che il re Roberto si dilettasse assai di comporre e fors’anche di recitare sermoni; perciocchè nella libreria de’ PP. de’ SS. Giovanni e Paolo in Venezia conservasi un codice ms. in cui molti se ne contengono da esso fatti per funzioni ecclesiastiche, per lauree conferite in Salerno, per Capitoli de’ frati, o per la venuta de’ lor superiori nel suo regno, e per altre somiglianti occasioni ^ e uno di questi sermoni da lui composti in lode della città di Bologna è stato dato alla luce dal ch. co. Giovanni Fantuzzi (pref. al t. 2 degli Scrittori bologn.). Un altro codice e una altra opera del re Roberto conservasi in Venezia nella richissima collezione di mss. fatta dal sig. ab. Matteo Luigi Canonici, che ha per titolo: Dicta et opiniones Phi lo sopito rum; e comincia: Incipit liber, qui intitulatur Dicta et opiniones Philosophorum compilatus ex diversis et antiqui s libris extractis per Serenissimum Principem Robertum Dei gratia Regem Italie et Cecilie Comitemque Provincie et Forcalquerii; opera scritta, come a quei tempi poteva aspettarsi, con molta erudizione , ma con poca critica.