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3o LIBRO accoglieva, onorava e premiava i dotti; oltre gli onorevolissimi elogi che ad ogni passo delle sue opere ei prende occasione di farne. c ltv- IV. Ciò che il Petrarca accenna sol breverheiapoem mente nel luogo da noi poc’anzi recato, cioè n«r/dir\?u cbe Roberto solo in età avanzata si diè ad diaionc. amare e a coltivare la poesia, più diffusamente raccontasi dal Boccaccio, il quale, dopo averlo chiamato, come il Petrarca, filosofo illustre, valoroso maestro di medicina, e teologo insigne sopra tutti que’ del suo tempo, dice (De Gmcal. De.or. I. 14 sub fin.) che fino all’anno sessantesimosesto di sua età avea avuto in poca stima Virgilio, cui soleva chiamare uom favoloso. Nel qual passo però debb’essere corso errore; perciocchè Roberto morì nel 1343 in età di anni 64, e il cambiar ch’egli fece di sentimento per riguardo alla poesia deesi fissare all’anno i3 ji in cui Roberto vide per la prima volta il Petrarca. Questi, come siegue a narrare il Boccaccio, scoprì a Roberto quanti profondi misteri sotto le poetiche favole stesser nascosti; e l’ottimo re ne fu preso per modo che, sdegnandosi seco stesso, diceva, e il Boccaccio afferma di averlo udito da lui medesimo, che non avrebbe creduto mai che sotto sì spregevol corteccia si giacesse riposto sì gran tesoro, nè vergognossi, benchè l’età avanzata non gli desse speranza di lunga vita, di lasciare per qualche tempo in disparte i più nobili studj, e di rivolgersi interamente a Virgilio; e se la morte non avesse interrotte le sue nuove fatiche, in quest’arte ancora egli avrebbe ottenuto gran nome. I quai sentimenti