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/{()B libro sanla sede (Griffon. Memor. Hist Script. rer. ital. vol. 18, p. 154). Poscia il veggiam di nuovo all’anno 1340 in cui egli è nominato tra que’ che formarono il Consiglio gener •* di Bologna (Ghirard. t. 2, p. 155). Se crediamo alT Ali do si, ei fu professor di legge nella stessa città l’an 1346 (Dott. bologn. p. 204); e non pare che debba ammettersi l’opinione del Panciroli (c. 76) che ne differisce la lettura all’an 1360, se pure in quel passo non è corso, come io sospetto, qualche errore di stampa. L’anno 1347 il veggiamo trai sapienti del Comune di Bologna (Ghirard. ib. p. 178). Quindi allorchè Giovanni Pepoli, T anno i35o, trattò segretamente con Giovanni Visconti arcivescovo di Milano la vendita di Bologna, che Fu poi in quell’anno stesso conchiusa ed eseguita, per occultare i suoi disegni mandò solenne ambasciata a’ Fiorentini, chiedendo loro soccorso. Matteo Villani ce la descrive (Stor. l. 1, c. 67), e narra che il dicitore fu Messer Riccardo da Saliceto famoso Dottore di Legge, e la sua proposta fue: Ad Dominum cum tribularer clamavi ec.; e con nobile ed eccellente Orazione, con efficaci ragioni, e induttivi argomenti conchiuse la sua domanda a inducere il Comune di Firenze a prendere la guardia della Città e dei Cittadini di Bologna. Ma mentre il trattato era vicino a conchiudersi, sopraggiunse la nuova della vendita di Bologna fatta al Visconti, per cui del tutto si sciolse. Poichè ei Fu tornato alla patria, l’anno seguente Fu uno degli ambasciadori nominati da Giovanni Visconti ad andare in suo nome a chiedere al