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SECONDO 453 dell’abate de Sade (Meni, pour le vie (le Petr.* t. 1, p. 37), nel medesimo impiego, perciocchè egli era in Bologna, quando il Petrarca vi fu inviato dal padre a studiare le leggi l’an 1322. In fatti Anton Francesco Doni ha pubblicata una lettera (Prose antiche di Dante, ec. p. 76) da Cino scritta da Bologna al Petrarca a’ 20 di febbrajo del 1329, in cui amaramente si duole che egli abbia abbandonata interamente la giurisprudenza per la poesia; gli rammenta l’amore che avea per lui avuto, quando lo istruiva in Bologna nelle leggi, la grande espettazione che avea in tutti destato co’ progressi sì rapidi in quella scienza; che sapeva a mente il corpo intero delle Leggi civili non altri niente che un altro saprebbe i romanzi di Lancellotto e di Ginevra; si sforza di fargli conoscere quanto questo studio superi in dignità e in merito la poesia; e assai eloquentemente perora per indurlo a ripigliare la dimenticata giurisprudenza. Ma comunque i più accreditati scrittori concordemente ci attestino che Cino fu professore di leggi in Bologna, io nondimeno sono costretto ad allontanarmi dal lor sentimento. E quanto alle parole soprarrecate con cui conchiude il suo Comento sul Codice, che dal Panciroli si afferma essere stato da lui composto in Bologna, a me pare che questo passo medesimo ci mostri chiaramente il contrario; perciocchè Cino soggiugne eh1 egli avea intrapresa questa fatica perchè non sembrasse che senza frutto ei fosse stato tante volte a Bologna; ne putarer in vacuum totiens lustrasse Bononiam. Le quali parole non solo non