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SECONDO 435 gli porgesse talvolta ajuto nel richiamargli alla memoria alcune leggi men note , pure si facesse bello delle fatiche di lui , senza mai nominarlo. L’anno 1356 ei fu chiamato a tenere scuola di legge in Pisa sua patria; e il Fabrucci ha pubblicato il decreto che fu perciò fatto da quel Comune, colT assegnargli 200 fiorini d’oro di annuale stipendio. Ma tre soli anni appresso, essendosi quella università quasi interamente disciolta, Francesco ancora fu congedato. E poichè di lui non si trova più alcuna menzione, sembra ch’egli poco oltre sopravvivesse. Di lui non ci è rimasto alcun libro, nè trovo chi afferma aver lui scritta qualche opera di giurisprudenza. VII. Nulla abbiam parimente di Riccardo Malombra cremonese di patria, benchè pure alcuni faccian menzione di opere da lui scritte (Fabr. Bibl. med. et inf. Latin, t. 6, p. 82). Ma gli elogi con cui ne parlano gli scrittori a lui più vicini, e gl’impieghi da lui sostenuti, ci mostrano in quale stima egli fosse. Alberico da Rosciate, che l’avea avuto a maestro, non teme di affermare (proem. in 1 Dig. Vet parte.) ch’egli pensa che di molti secoli addietro non fosse vissuto alcuno che nella scienza legale gli si potesse paragonare, e aggiugne ch’ei soleva deridere alcuni professori de’ suoi tempi, i quali nello spiegare le leggi aveano introdotto un cotal sofistico modo d’argomentare, ch’era stato recato in Italia dagli Oltramontani, e ch’erasi introdotto ancora fra i teologi e fra’ predicatori. Egli spiegava le leggi in Padova, e il Facciolati afferma (l. cit. p. 33) che negli vii. Hìii ardo Milioni lira.