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SECONDO /| 29 il reggiamo inviato pel medesimo fine in Carinzia, l’anno 1323 (ib. l. 3, c. 2), a trattar con quel duca per la sicurezza della sua patria contro le continue molestie di Cane. III. Questo è ciò che della vita di Rolando Aj|^I*Bot^ da Piazzola ne narrano gli antichi storici padovani che soli son degni di fede. Ma i mo-n,edeswno* derni, e il Papadopoli singolarmente (l. cit.), lasciate in disparte le vere azioni di questo celebre giureconsulto, ci narrano invece le favolose. Dicono adunque che dappoichè Rolando fu ritornato dall’ambasciata fatta ad Arrigo, venne da’ Padovani inviato al pontefice Clemente V per implorarne l’ajuto contro l’imperadore; e ch’egli colla sua destrezza ed eloquenza seppe per tal maniera acquistarne la stima e l’amore, che avendo chiesto al pontefice un beneficio per un suo fratello, questi due gliene propose, acciocchè scegliesse tra essi, e che avendo egli scelto il men pingue, e chiestogliene il perchè dal pontefice, Perchè, disse, mio fratello non vale punto di più. Cotai racconti sono opportuni a intertenere un ozioso lettore. Ma nè il Papadopoli, nè il Panciroli che prima di lui l’ha adottato (De cl. Leg. Interpr. l. 2, c. 51), non ci potrebbon additare su qual fondamento questo si appoggi. Anzi il silenzio del Mussato e del Cortusio, scrittori esattissimi e minutissimi, intorno a questa ambasciata, basta, s’io non erro, a mostrarcene la falsità. Il Facciolati aggiugne che Rolando fu in Bologna assessore di Niccolò da Carrara, che eravi podestà. In fatti troviamo Niccolò ornato di questa carica l’anno 1322 (Cron. di Bol. Script rer. ital. voi. 18,