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prese il nome ili Niccolò V. Ma l’anno seguente fu costretto ad abbandonare l’Italia, dove, dice il ch. Muratori, lasciò uri abbominevol memoria di sè presso i Guelfi, e forse non minore presso degli stessi Ghibellini (Ann. d’Ital. ad h. an.). Pochi anni appresso un altro straniero principe scese in Italia, cioè Giovanni re di Boemia figliuolo di Arrigo VII; e perchè gl’italiani, stanchi di combattersi continuamente, avrebbon pur voluto in qualche modo ottenere respiro e pace, ei fu ricevuto dapprima come un angiolo sceso a lor vantaggio dal cielo. Brescia prima d’ogni altra città il prese a signore l’an 1330, e poscia nel seguente Bergamo, Crema, Cremona, Pavia, Vercelli, Novara, Parma, Reggio, Modena, Mantova e Verona, e più altre città il vollero a padrone e protettore. Ma presto si vide ch’egli ancora non era troppo opportuno a render felice l’Italia; e l’an 1333 se ne tornò deluso in Germania insieme con Carlo suo figlio che fu poscia imperadore IV di questo nome, di cui parleremo fra poco.

IV. Mentre gl’imperadori e i principi di Allemagna sforzavansi di acchetare i tumulti continui e le sanguinose discordie delle città italiane, si andavano successivamente formando e stendendo vie maggiormente que’ diversi dominj ne’ quali ella fu poi divisa. Il più potente tra’ principi italiani di questo secolo fu Roberto re di Napoli, che, succeduto l’an 1309 a Carlo II suo padre, tenne quel regno fino all’anno 1343. Ma assai più oltre egli stese il suo dominio; perciocchè, oltre la Provenza, di cui era sovrano, egli ebbe ancora per qualche

IV. Re di Napoli e di Sicilia.