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XXVII. Wiiiii-o Selva) ùo. 4 I 2 LIBRO sotto esso pubblicasse alcuni suoi libri. Altri affermano che vi fosse in Milano in questo secolo un medico di questo nome, e eli’ egli avendo trovata la suddetta opera di Arnaldo 7 la facesse sua. Così si dice dell’edizione dell’opera di Arnaldo fatta in Basilea l’anno 1585, ove questo libro così s’ini il ola: Arnaldi de Villanova de, regimine sani tatis liber, quem Magninus Mediolanensis sibi appropriavit addendo et immutando nonnulla. Il delitto di cui si accusa Magnino, nella repubblica delle lettere è capitale; e perciò appunto non basta asserirlo, ma si richieggono gravi argomenti a provarlo; nè io veggo che alcuno se ne adduca. Converrebe avere più codici antichi, in alcuni de’ quali fosse ciò solo che Arnaldo scrisse su questo argomento, in altri ciò che Magnino vi aggiunse, o almeno di questa frode di Magnino converrebbe aver testimonj autentici e sicuri. Ma finchè questi non si producano,.Magnino è in diritto di esser riconosciuto autore di questo libro che da più codici gli si attribuisce. Ch’ei fosse milanese di patria, egli ce ne assicura nella detta opera, parlando di una pasta formata di millio e panico, e mista con vino e con sale, di cui dice: et iste cibus est in patria me a , quae est Civitas Mediolanum (De reg. Sanit, c. 11). Ma chi egli fosse, quando precisamente vivesse, quando morisse, niuno ce ne ha lasciata memoria. XXVU. L’altro è Matteo Selvatico, di cui vi ha controversia tra i Mantovani e i Milanesi, a chi di essi appartenga. Comunemente egli è creduto mantovano. Ma l’Argelati. citando