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SECONDO 4°9 penna, se pur ei non è quel Pietro di Bonsignore da Reggio, medico in Bologna l’anno 1363, che si rammenta dall’Alidosi (Dott. forest. p. 60). L’anno 1391 viveva, dice il Ghirardacci, citandone in testimonio gli Atti pubblici della città (Stor. di Bol. t. 2, p. 455), un certo Bartolomeo di Guglielmo da Reggio Medico , che abitava in Bologna, riputato uomo miracoloso per tutti i mali degli occhi, e per conservare la vista: haveva l’anno di salario dal Senato fiorini venti di camera, ed era in Bologna e fuori molto stimato. Di lui parla ancor l’Alidosi (l. cit. p. 13), e aggiugne che lesse pur gramatica e rettorica per nove anni. Nel Catalogo de’ Manoscritti della biblioteca del re di Francia veggiamo un trattato di Jacopo da Reggio intitolato: Remedium adversus lapidum efformationem in vesicis (t. 4? p 295 , cod. 6941)• Ma non abbiamo indicio a provare eli’ egli vivesse in questo anzi che in altro secolo; se non che, dicendosi questo codice scritto nel 1402, è certo ch’egli non può fissarsi ad altro secolo posteriore. Somigliante argomento fu illustrato da un medico milanese, di cui il ch. co. Giulini rammenta un codice ms. (Contin, delle Mem, di Mil. t. 2, p. 606) che ha per titolo: Regimen ulceris vescicae; e al fin di esso: Explicit consilium super ardorem urinae editum a Magistro Joanne de Capitaneis de Vitoduno anno Domìni mcccxcxii die Lune Feb. XXV. Io non potrei sì presto giungere al fine di questo capo, se volessi ancora continuare ragionando di tutti quelli dei quali abbiamo notizia che o insegnarono nelle pubbliche xxv. Ragioni |>rr rui si Lisiia di)>url;tre di molli nitri.