l’anno 1311. La venuta di questo principe fornito di tutte quelle virtù che conciliano ad un
sovrano l’amore insieme e il rispetto de’ popoli, pareva che dovesse render finalmente la
pace e la tranquillità all’Italia. Ma come ottenerla nell’agitazione e nello sconvolgimento in
cui essa allor ritrovavasi? Egli credette che
opportuno mezzo a tal fine fosse lo stabilire vicarj imperiali che a una o più città presiedessero in suo nome; e molti in fatti egli ne stabilì; ma alcuni di essi non furono riconosciuti,
altri poco appresso furono cacciati. Nel correr
ch’ei fece tutta l’Italia, si vede da alcune città
ricevuto come sovrano con feste ed applausi;
da altre si vide escluso come nimico. Egli usando
ove della dolcezza, ove della severità, si sforzò
di acchetar le discordie, e di farsi riconoscere
e ubbidire da tutti. Ma dopo aver trovati più
ostacoli che non avrebbe pensato, venuto assai presto a morte l’anno 1313, lasciò l’Italia
più ancor che prima sconcertata e sconvolta.
Lodovico il Bavaro e Federigo d’Austria eletti
e sostenuti da diversi partiti alla successione
di Arrigo, si contesero il regno fino all’anno 1313, in cui Federigo caduto nelle mani di
Lodovico dovette cedergli ogni diritto. Il nuovo
sovrano, sceso in Italia l’anno 1327, vi diede
assai diversa mostra di se medesimo di quello
che fatto avea il suo predecessore; perciocchè,
oltre le somme gravissime di denaro che da
ogni parte raccolse, ei giunse l’anno 1328 a
deporre di sua propria autorità il pontefice
Giovanni XXII. e a sollevar sulla cattedra di
S. Pietro l’antipapa F. Pietro di Corvara, che