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SECONDO 375 Firenze, e nella chiesa de’ Frati Minori fu seppellito in rilevato monumento. Ma della morte di Dino abbiamo più precisa notizia presso Giovanni Villani, il quale ne fa insieme un magnifico elogio, dicendo (l. 10 c. 40): Nel detto tempo (nel 1327) a dì 30 Settembre morì in Firenze Maestro Dino del Garbo grandissimo Dottore in Fisica et in più, scienzie naturali et Filosofiche; il quale al suo tempo fu il migliore e più sovrano Medico, che fosse in Italia; et più nobili libri fece a richiesta, et intitolati per lo Re Roberto; et questo Maestro Dino fu grande cagione della morte del sopraddetto Checco (d’A scol i).... et molti dicono, che ’l fece per invidia. Dino ci ha lasciate alcune sue opere che sono singolarmente sposizioni su qualche parte de’ libri di Avicenna $ un Comento sul libro d’Ippocrate della Natura del feto, un’Epistola sulla cena e sul pranzo, un Trattato di Chirurgia, e una dichiarazione della famosa Canzon d’amore di Guido Cavalcanti. Intorno alle quali e ad altre opere, e alle loro edizioni, veggansi il Fabricio (Bibl. med. et infi Latin, t. 2 , p. 30) e il co. Mazzucchelli nelle sue note al Villani. Questi ci ha ancora descritto il carattere morale di Dino: Fu questo uomo. come da quelli che il conobbero, ho udito, di tanta considerazione e di tanto astratta natura, che spesse volte addormentati di fuori i sensi♦ quasi estatico pareva che si trovasse. Era spesse volte usato sedere in sull’uscio della camera sua, e r uno ginocchio sopra V altro ponendo, quasi un giuoco di fanciulli, velocissimamente girare una stella di sprone, intanto che si stimava