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366 confermo nell opinione che ho formata di loro. Dissero che il solo rimedio a prolungare un pocolino la vita, era lo stringermi con certe cordicelle per impedirmi il sonno y e che in tal modo sarei giunto forse all’aurora: prezzo troppo spiacevole di sì poco acquisto: mentre al contrario era certo che il togliermi in quello stato il sonno era lo stesso che il darmi la morte. Non furon dunque eseguiti i lor comandi; perciocohè io ho sempre pregati gli amici, e ho comandato a’ servi, che non si faccia mai sul mio corpo ciò che comandino i medici, e che se convien pure far qualche cosa, si faccia tutto il contrario. Quindi io passai quella notte in un dolce e profondo sonno, e somigliante, come dice Virgilio, a una placida morte. Che più? Io che a mezza notte dovea morire, al tornare che alla mattina fecero i medici, forse per assistere al mio funerale, me ne stava scrivendo; ed essi, attoniti al vedermi, non ebber altro che dire, se non che io era un uomo maraviglioso. Ciò che qui narra il Petrarca avvenutogli in quel giorno, in un’altra lettera, scritta l’anno seguente al cardinale Filippo di Cabassole (ib. l 14; ep \\)y dice che più di dieci volte nel corso de’ due ultimi anni eragli avvenuto. E non è perciò maraviglia che un uomo il quale viveva, per così dire, a dispetto de’ medici, si ridesse di essi non meno che de’ lor consigli e delle lor medicine. IV IV. E veramente, non ostante lo studio e le de» c“K’ff °pere di molti medici del secolo precedente, li. i i>r<>Rre«ji era ancor nascente la medicina, e troppo era deu mcd.- jungj ayer que’ principj determinati e sicuri