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358 libro Script. Ord. Praed. t. i, p. 602), e di altri somiglianti libri che non recarono grande vantaggio a’ filosofici studi, xxxviii. XXXVIII. Ebbe finalmente F Italia a questi decrescenti tempi uno scrittore d’agricoltura , che racco^OTiulra!11 gli en do i precetti degli scrittori che l’aveano preceduto, e aggiungendovi le sue riflessioni, ci diede su questa materia un’opera che allora si potè dire perfetta, ed anche al presente può recare qualche vantaggio. Ei fu Pietro de’ Crescenzi, di patria Bolognese, di cui abbiam dodici libri d Agricoltura. Ei gli scrisse in latino, come contro il sentimento del Bembo, del Redi, del Fontanini e di altri ha provato l’esattissimo Apostolo Zeno (Note alla Bibl. del Font. t. 7, p. 333), e li scrisse in età avanzata, come si raccoglie dalla lettera dedicatoria ch’ei vi premise a Carlo II re di Sicilia, che così comincia, secondo la traduzione italiana che in questo medesimo secolo ne fu fatta da incerto autore: Conciosiacosa che io considerassi l’età mia provetta, ec. Quindi nella stessa lettera aggiugne che questo suo libro fu veduto, letto, e approvato e per lo sapientissimo huomo frate Amerigo Ministro dell Ordine de Predicatori e per li prudentissimi Frati suoi, e ancora per li savi in iscienza naturale dell’Uni’ versità degli Scolari della città di Bologna. Altre notizie di se medesimo ei ci dà nel proemio, ove così ragiona: Adunque io Pietro de’ Crescenzi nato cittadino di Bologna... il quale il tempo della mia gioventù in loica, in medicina, e in naturale scienza spesi tutto, e alla fine allo studio della nobile scienza legale mi rivolsi}