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35a libro ne fece altre nuove migliori di assai, delle quali perciò si valevano anche allora gli astronomi. E perciò ei dovea singolarmente a questo luogo essere rammentato. Di queste tavole astronomiche nondimeno, formate da Gabriele, non trovo alcun altro scrittore che faccia cenno. Egli morì, secondo i medesimi scrittori padovani, l’anno 1388. M. Falconet sospetta ch’ei fosse figliuolo e non fratel di Giovanni, perchè nell’iscrizion sepolcrale di lui si dice che par patribus fuit. Ma non è questa una sì importante quistione che vaglia la pena di farsi a esaminarla (*). \xxv. XXXV. La musica, che dopo i tempi di Guido O^erc in- 1 • i 1- 1 • 1 tomo aiia d Arezzo non avea avuto in Italia chi prendesse ‘ZrZuÒ ad illustrarla scrivendo, ebbe di questi tempi lisi Pado- UIÌ cotai Marchetto da Padova, che di essa scrisse alcuni trattati. Il Muratori rammenta (Antiq. Ital. t. 3, p. 876) un codice che se ne conserva nella biblioteca Ambrosiana in Milano , in cui trovasi primieramente un’opera intitolata: Lucidarium Marchetti de Padua in Arte Musicae Planae, al cui fine si legge: inchoatum Cesenae, perfectumquc Vcronae anno MCCLXXir (a). Ma il Muratori riflettendo (*) Due professori di aritmetica del secolo xiv ci indica un codice della libreria di S. Salvatore in Bologna. Esso ha per titolo: Qui commenza un’opera de raso ne, secondo le regole che usa Maistro Zanantonio da Como scritta per Bernardino dal Falliva scolaro del sopraccitato Zohanne. E al fine: A voler trovare radice quadrata secondo lo Filosofo Maistro Leonardo de Cremona. (a) 11 eh. sig. abate Gaetano Bugatti, dottor del Collegio Ambrosiano, mi ha avvertito che la nota dell’anno 1274, aggiunta all’opera di Marchetto da Padova