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SECONDO 343 maravigliosa, che i più celebri astronomi vengono da lontani paesi a visitare con gran rispetto il detto maestro Giovanni e T opera delle sue mani; e i più intendenti d astronomia, di filosofia, di medicina dicono che non v’è memoria nè per iscritto nè per tradizione, che siasi mai fatto sì celebre e sì ingegnoso stromento del moto de’ cieli, come questo orologio. Maestro Giovanni lo ha fatto colle sue proprie mani, tutto di ottone e di rame, senza aiuto di alcun altra persona; e non ha fatto altro per 16 anni intieri , come ha saputo V autore di questo libro, grande amico del detto Maestro Giovanni. XXX11. Io mi stupisco che M. F&lconet, che avea pur veduto il passo da me ora recato, in cui tante volte l1 autore di questa macchina è chiamato Giovanni da uno che dice essergli amico, abbia potuto sol dubitare che l’invenzion di essa si dovesse a Jacopo. Nè è solo Filippo di Mazieres che così afferma. Il suddetto ab. Lazzeri ha pubblicata (l. cit. p. 195) una lettera scritta da Giovanni Manzini al nostro Giovanni, in cui assai lungamente descrive questa macchina stessa, e a lui ne dà tutta la lode e nell’invenzione e nell’esecuzione. Possiam noi bramare testimonj più indubitati? Nè in ciò unicamente consiste l’error di quelli che attribuiscono a Jacopo un sì bel ritrovato. Essi, confondendo il semplice orologio che questi forse innalzò sulla torre di Padova, colla grande sfera di Giovanni, affermano che questa appunto fu posta sulla detta torre. Or egli è certo che essa era in Pavia. Michele Savonarola, di XXXII. Noluic J>iù miuut* ilrl moli’ simo.