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SECONDO 339 ita cjuod in prima hora noctis dat unum tonum in secunda duos ictus, in tertia tres, et in quarta quatuor, et sic distinguit horas ab horis, quod est summe necessarium pro omni statu hominum (ib. p. 1011). Il ch. Sassi avea congetturato (in not ad h. l.) che quest’orologio, così minutamente descritto, fosse il primo veduto in Milano. Ma il passo soprarrecato mostra il contrario. A questi orologi altri ne succederono in questo secolo stesso \ perciocché , oltre quello di Padova, troviam memoria di quello che Giovanni Visconti, arcivescovo e signor di Milano, fece lavorare in Genova, di cui così dice Giorgio Stella ne’ suoi Annali all’anno 1353 (Script rer. ital. vol. 17,p. 1092): Circa hoc tempus non erat Januae pulcra et subtilis fabrica, qua ad singulam diei noctisque horam pulsatur. Eam ergo Mediolanensis Dominus fecit in ipsa urbe Januensi componi. Quindi a tre anni, cioè nel 1356 i Bolognesi seguiron l’esempio de’ Milanesi, de’ Padovani e de’ Genovesi. Adì 8 di aprile, si narra nell’antica Cronaca di quella città, pubblicata dal Muratori (ib. vol. 18, p. 444)> fu tolta via la campana grossa della torre, che era nel Palazzo di messer Giovanni (Pepoli) signor di Bologna... e fu menata nella corte del capitano, e tirata e posta sulla torre del capitano nel mercoledì santo; e questo fu F orologio il quale fu il primo che avesse mai il Comune di Bologna , e si cominciò a sonare a dì 19 di maggio, il quale lo fece fare messer Giovanni. Lo stesso raccontasi nella Cronaca di Matteo Griffoni, ove si aggiugne (ib. p. 172) che per