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338 LIBRO noto, poiché Dante ne fa sì chiara menzione, che non può rimanerne alcun dubbio: Et come cerchi in tempra (V ho ri un li Si giran sì, che ’l primo a chi pon mente Quieto pare , e V ultimo che voli. Parad, c. 4Quindi è evidente che l’orologio di Padova, posteriore di oltre a vent’anni alla morte di Dante, non potè essere il più antico. Il primo di cui io vegga farsi menzione ne’ secoli bassi, è quello del campanile della chiesa di S. Eustorgio de’ Predicatori in Milano, di cui il Fiamma, nella sua Cronaca manoscritta di quel convento, citata dal diligentiss. co. Giulini (Mem. di Mil. t. 10, p. 109), parla all’anno 1306. Stella aurea super campanile ponitur: Idrologi uni ferreum multi plica tur. Il Fiamma non ce ne parla come di cosa maravigliosa e nuova, e quindi per certo che non fosse questo il primo orologio a ruote che si vedesse; e benchè non si sappia ove e per cui opera avesse origine questa invenzione, come però non ne troviamo fuori d’Italia alcun indicio più antico, è assai probabile che nascesse tra noi. Il medesimo Fiamma, nella sua operetta delle Gesta di Azzo Visconti pubblicata dal Muratori (Script Rer. ital. voi. c 2), parlando delle magnifiche fabbriche da lui intraprese nel tempo del suo dominio dal i3iì8 al 1339, e singolarmente della chiesa di S. Gottardo e del campanile di essa, dice: Est ibi unum horologium amirabile, quia est unum tintinnabulum grossum valde. quod per cutit unam campanam XXIV vicibus, secundum numerum xxiv horarum diei et noctis;