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secondo 3ig vedremo che fu Tommaso figliuol di Mondino} il quale passato poscia a Venezia, e salito alla carica di consigliere, trasse colà il suo amico Tommaso, e gli diè in moglie la sua figlia. Tommaso da Pizzano giunse in Venezia all’onor medesimo di cui godea il suo amico Forlivese. Dopo alcuni anni, costretto a fare un viaggio alla patria, mentre ivi si tratteneva, fu da due re al medesimo tempo invitato alle lor corti, cioè da’ re di Francia e di Ungheria. Egli prescelse la prima, ove allor regnava Carlo V, soprannomato il Saggio (a), con intenzione però di non arrestarvisi che un anno. Ma il re volle ad ogni modo che ei vi fissasse sua stanza, e che facesse venir d’Italia la moglie e Cristina sua figlia, che non avea allora che circa cinque anni. Tommaso, col suo sapere in astrologia, giunse tant’oltre nella grazia di Carlo, che avea 100 franchi al mese di soldo, cioè, come computa M. Boivin, circa 700 lire della moneta presente di Francia, oltre più altri doni, e la speranza, che gli si dava, di un fondo (a) li sig. Landi fa a questo luogo una nota che punto non appartiene a quest’opera, ma pure non deesi trascurarsi (t. 2, p. 843). Ei non sa intendere come questo Carlo re di Francia si dica il quinto. Il primo, dic’egli, fu Carlo Magno: Carlo Calvo il secondo: Carlo Grosso il terzo: Carlo Semplice il quarto: Carlo Bello il quinto. Dunque questo , di cui parliamo e che si suol dire il quinto, fu veramente il sesto. Il Presidente Hainault nell’eccellente suo Compendio della Storia di Francia avea già sciolta questa obbiezione, perciocchè egli osserva che Carlo Grosso fu considerato solo come reggente del regno; e che perciò egli ancora non gli ha dato il nome di Carlo II.