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SECONDO 299 ricco; fallace la terza, cioè l’astrologia. Il Savonarola aggiugne che nel testamento medesimo (di cui egli dice che presso molti Padovani conservavansi tuttora copie con somma venerazione) Pietro, per mostrare quanto fosse lontano dall1 aver odio contro i Domenicani, comandò che il suo corpo avesse sepoltura nella lor chiesa; ma che l’inquisitore di notte tempo ne aprì il sepolcro, ne arse il cadavere e ne diè le ceneri al vento. Il che confermasi coll’autorità del sopraccitato F. Tommaso d1 Argentina che narra d1 esservi stato presente: namque ego fui praesens, quando in Civitate Paduana ossa sua pro his et aliis suis erroribus fuerunt combusta (l. cit.). Ciò non ostante, assai diversamente raccontan la cosa lo Scardeone ed altri recenti scrittori padovani, dicendo eli1 ei fu sepolto nel tempio di S. Antonio; che gl1 inquisitori, poiché egli fu morto’ , ne condannarno il corpo alle fiamme; che la Marietta, cui lo Scardeone chiama sua contubernale , avendolo presentito, il fe’ di notte tempo trasportare in S. Pietro, e chiudere in un sepolcro che a caso trovossi aperto presso la porta; che gl1 inquisitori vollero almeno cl^ei fosse pubblicamente arso in effigie, e che poscia il corpo di lui fu segretamente trasportato a S. Agostino, ove dicono che ancor si conserva. A me sembra però, che l1 autorità di uno scrittore contemporaneo e testimonio di veduta, qual è Tommaso d1 Argentina, e quella ancora del Savonarola, meriti fede troppo maggiore, che quella dello Scardeone e degli altri autori