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XI. Quanta fama ni tenesse Urli1 1-tiTri: i«> della medicina. 2q4 T.IBTIO Tanno 1420. Ma il Savonavola, che scriveva più anni dopo il 1420 (V. Murat. prcicf. adejus. Comrncnt. I. cit.), parla delle pitture, di cui Pietro fé’ornar quel palagio, come di cosa che ancor vedeasi (l. cit p. 1173), e dell1 incendio e del ristoramento seguitone non fa parola. E certo il celebre Giotto (nè altro pittor famoso di questo nome vi è stato mai) non potè l’an 1420 rifar quelle pitture, essendo morto T anno 1336. Io crederei più probabile che Pietro d’Abano di Giotto appunto si valesse a cotali pitture; perciocchè questi , secondo il Vasari (Vite de’ Pitt. t. 1, p. 316, 324, C(l- di Liv.), due volte fu a Padova e vi lasciò più opere del suo pennello. Se crediamo in Giovanni Pico della Mirandola (in Astrol. l. 3, c. 17), Pietro al corso degli astri riferir soleva ancora i periodi della febbre-, e fu il primo a cui sì solenne pazzia venisse in capo. Abbiam però osservato altrove, col testimonio di Plinio (Hist l. 29, c. 1), che, fin da’ tempi de’ primi Cesari, Crina da Marsiglia medico in Roma avea cominciato a introdurre l’astrologia nella medicina. XI. Questa seconda scienza rendette allora celebre Pietro non meno che T astrologia; e ora che questa non ce lo renderebbe che oggetto degno di disprezzo e di riso, quella ce lo fa avere ancora in conto di uno de’ più dotti uomini che a que’ tempi vivessero. Le sue opere, e il suo Conciliatore singolarmente, ci mostrano ch’egli in questa materia aveva letti tutti que’ libri che allora si conoscevano; e la fama che egli ottenne in quest’arte, ci pruova che egli era forse il più valente medico della sua età.