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288 LIBRO nondimeno non ha potuto addurre altre testimonianze di ciò eli’ ei narra, che quelle dello Scardeone, del Portenari, del Naudè, del Tommasini e di altri somiglianti scrittori venuti troppo tardi al mondo, perchè la loro asserzione possa aver luogo di pruova (a). Un autore alquanto più antico è sfuggito alla diligenza del conte Mazzucchelli, cioè Michele Savonarola avolo del celebre F. Girolamo, di cui abbiamo due libri delle Lodi di Padova , da lui scritti f anno i44°, e per la prima volta pubblicati dal Muratori (Script. Rer. ital voi 24, p. 1 iS’], ec.). Or questi parla non brevemente di Pietro; e benché fosse da lui distante oltre ad un secolo , par nondimeno che avrebbe potuto agevolmente raccoglierne più certe e più esatte (tf) La Vita di Pietro d’Abano scritta dal co. Mazzucchelli è stata tradotta in francese e illustrata con alcune annotazioni ed aggiunte da M. Goulin (Mém, pour servir à l’Hist. de la Medec., an. 1755), p. 30, ec.; p. 413, ec.). Da un passo dell’opere di Pietro, questi accoglie che non solo ei viaggiò in Costantinopoli e trasportossi a Parigi, ma fu ancora in Inghilterra e in Iscozia. Osserva che le parole da me ancor riferite, colle quali sembra indicare una superstiziosa positura nell’atto di orare, si debbon piuttosto credere d’Albumazzar, che di Pietro; che quasi tanto fu lungi dal negare i miracoli del Redentore , che anzi nel suo Conciliatore riconosce per prodigioso il risorgimento di Lazzaro; e che in più altri passi delle sue opere ei ragiona da uom religioso. E ha ancora aggiunta qualche altra cosa al catalogo delle opere di Pietro datoci dallo stesso co. Mazzucchelli, e ha confutato egli pure l’errore di chi ha asserito che Pietro dedicò il suo trattato dei Veleni a Giovanni XXII, il quale non fu eletto pontefice che dopo la morte di Pietro.