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282 LIBRO veneti. Ma se l’ab. de Sade ha veduta quest’opera, come non vi ha egli veduti, nel luogo stesso ch’ei cita, chiaramente espressi i nomi di tutti quattro questi amici del Petrarca. tratti da un codice della libreria de’ SS. Giovanni e Paolo? Hii erarit DominusLeonardus Dandolo; Thomas Talentus; Dominus Zacharias Contarenoj omnes de Venetiis: quartus Magister Guido de Bagnalo de Regio. Primus miles, secundus simplex mercator, tertius simplex no* bilis, quartus Medicus Physicus (Scritt. venez. t. 1, p. 5). Or tornando al Petrarca, ei ci descrive nel mentovato libro il venire che a lui facevano or gli uni or gli altri per trarlo al loro partito, le contese che su ciò avea con loro, il dispiacer ch’essi aveano della costanza con cui egli teneasi fermo nella sua Religione, e finalmente il gran consglio ch’essi tenner tra loro, quando omai disperati di fargli cambiar parere, raccoltisi insieme , e agitate quinci e quindi le ragioni che vi erano di credere o no dotto il Petrarca, decisero finalmente, con irrevocabil sentenza, ch’egli era un buon uomo senza letteratura: brevem definitivam hanc tulere sententiam, scilicet me sine literis virum bonum (l. cit. p. 1165). Non si posson leggere senza un dolce sentimento di tenerezza i piissimi sentimenti con cui in tu Ito questo libro il Petrarca, nell’atto di mostrare la debolezza dell’umano intendimento e gli angusti limiti fra cui il nostro sapere è ristretto, si mostra attaccato alla sua Religione, di cui sola egli si gloria: Quante più cose, egli dice (ib. p. 1 i5i),