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a8o LIBRO Jveroys super libnun Jristotelis de Physico Auditu expositor. Della quale assai bella e rara edizione conserva copia questa biblioteca Estense. Io mi lusingo che niuno de’ miei lettori vorrà dolersi di me, perchè non prenda qui a dargli più minuto conto di questa opera, poichè al presente, abbandonate omai del tutto le sentenze dello stesso Aristotele, assai poco ci dee premere il sapere come le spiegassero Averroe e il suo comentatore. z«iòdi*iPe- ^ Comento di F. Urbano sollevò a magt rari a.0.1 gior fama le opere di Averroe. Il religioso coir^’Inientatore non avea già, per quanto io ho povcrroitii. vedere, sostenuta alcuna delle ree opinioni del suo autore; nè l’opera da lui illustrata ne richiedeva l’esame. Ciò non ostante, come suole avvenire, il comento accese probabilmente in molti desiderio di vedere T opere stesse delT autor contentato; e i libri d1 Averroe si venner perciò spargendo vie maggiormente, e co’ libri se ne sparsero ancora le empietà e gli errori per modo, che a’ tempi del Petrarca pareva quasi che niuno potesse ottener nome di dotto e ingegnoso filosofo, se non volgeva la lingua e non impiegava la penna contro la Religione. Egli se ne duole spesso nelle sue opere, e, fra l’altre cose, racconta ciò che gli avvenne in Venezia (Senil. l. 5, ep. 3), quando venuto a trovarlo nella sua biblioteca un di coloro i quali, com’egli dice, secondo il costume de’ moderni filosofi, pensano di non averfatto nulla, se non abbaiano contro di Cristo e della sovrumana di lui dottrina, costui prese a deriderlo e ad insultarlo, perchè nel parlare avea usalo