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SECONDO 269 promesse da Lodovico il Bavaro fatte nel detto anno al pontefice Benedetto XII, per riconciliarsi colla Chiesa, questa è nominatamente espressa, ch’egli avrebbe non solo abbandonati, ma ricercati ancor per punirli i disseminatori delle eresie, e fra essi Marsiglio da Padova. Dopo quest’anno però, io non ne trovo menzione alcuna, nè so s’ei morisse ravveduto de’ suoi errori, o in essi ostinato. XXXI. Rimane per ultimo a dir di quelli che *XXI: „ . *.... * fvcrillori d* in questo secolo illustrarono la storia sacra , storia ertleNon ci è ancor avvenuto di far menzione di J£ alcuno che dopo la decadenza dei buoni studiLocca* si accingesse a scrivere una intera storia ecclesiastica. La lode di averla prima d’ogni altro intrapresa deesi a Bartolommeo, detto più comunemente Tolommeo, da Lucca domenicano vescovo di Torcello. I PP. Quetif ed Echard (Script. Ord. Praed. t. 1, p. 541 > ec.), il Muratori e il Sassi (Script. rer. ital. vol. 11 , p. 743, ec.) hanno già di lui scritto sì ampiamente e sì esattamente, ch’io non debbo che recare in breve ciò ch’essi provano con autentici documenti. Tolommeo, nato l’anno 1236 in Lucca della nobil famiglia de’ Fiadoni, ed entrato nell’Ordine de’ Predicatori, ebbe la sorte non sol di esser discepolo, ma di divenire ancora amico e confidente di S. Tommaso d’Aquino, di cui udì più volte la confessione. Fu due volte priore del suo convento in Lucca, e più altre onorevoli cariche sostenne nel suo Ordine. Ch’ei fosse bibliotecario della santa sede e confessore di Giovanni XXII, concedono gli stessi PP. Quetif ed Echard che non